Sempre più spesso la medicina tende a parlare di rieducazione funzionale per identificare la fisioterapia. Il termine deriva dal greco ed è un ramo della medicina che mira alla prevenzione e alla riabilitazione dei pazienti colpiti da patologie in ambito muscolo scheletrico e neurologico. Per questi motivi, la rieducazione funzionale, procede con interventi terapeutici come la terapia manuale, la terapia fisica, la terapia posturale, la massoterapia e altre ancora.
Nella prima pagina dell’Associazione Italiana Fisioterapisti, troviamo anche la descrizione di chi pratica la rieducazione funzionale:
“Il Fisioterapista è un operatore della Sanità in possesso del diploma universitario abilitante, che lavora, sia in collaborazione con altre figure sanitarie, sia autonomamente, gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree interessate, conseguenti ad eventi patologici, a varia eziologia, congenita o acquisita”.
Il fine delle sedute di rieducazione funzionale quindi è quindi quello di ristabilire i corretti rapporti di forza, lunghezza e tempo di attivazione di tutti quei muscoli che sono chiamati a svolgere determinati movimenti. La rieducazione funzionale viene svolta per mezzo di esercizi che il fisioterapista insegnerà e svolgerà assieme al paziente, dal più semplice, al più complesso.
Gli esercizi di fisioterapia possono anche essere ripetuti a casa per prevenire ricadute e stimolare la rieducazione funzionale delle parti interessate.